Tutti sappiamo cosa siano, tutti sappiamo a cosa servano. Le vediamo ogni giorno, ma raramente ci facciamo caso. Cosa sono? Le targhe!
Ma come nascono le targhe che identificano i nostri veicoli? Dove vengono prodotte e come? Oggi vi diamo qualche dettaglio...
Al momento la struttura standard prevede due lettere, tre numeri e altre due lettere, inserite in due bande blu. Presto, però, è possibile che ci sia una variazione storica, ossia le targhe personalizzate, per le quali manca l'ultimo decreto attuativo dopo la conversione in legge.
Una stima recente determina che questo sistema garantisce la produzione di nuove targhe per almeno altri 50 anni.
Alcune lettere non possono essere inserite nelle targhe, per esempio O, Q, U, I. Si tratta di lettere che possono creare "confusione": le prime due con lo zero, la U con la V e la I con il numero 1.
Se pensi che l’ultima targa prodotta con questo metodo sarà ZZ999ZZ… ti sbagli! L’ultima targa prevista con l’attuale sistema di attribuzione dei caratteri sarà WZ999ZZ.
Perché? Il motivo è legato alla prenotazione di alcune lettere da parte di forze dell’ordine o per l’utilizzo dedicato a diversi formati di targa. La lettera iniziale Y è destinata alla Polizia Locale, mentre la Z al formato quadrato delle targhe auto (Tipo B).
Il processo inizia da una bobina di alluminio di dimensioni considerevoli: 300 kg di peso per 1 km di lunghezza!
Una macchina accoglie la bobina, appiattisce perfettamente il nastro metallico e lo preriscalda, rendendo possibile la lavorazione.
Una volta preparato il nastro di alluminio, un altro dispositivo entra in gioco applicando una speciale pellicola adesiva che contiene i riquadri blu posti sui lati. Sensori laser assicurano l’uniformità delle targhe, che deve ospitare le fasce colorate a una distanza prefissata.
Le dimensioni delle targhe auto variano: quella anteriore ha una lunghezza di 36 cm, quella posteriore 52 cm.
La pellicola applicata ha proprietà retroriflettenti, per consentire una maggiore visibilità di notte. Contiene inoltre codici criptati, necessari per aumentare i livelli di sicurezza e rendere virtualmente impossibile la contraffazione.
Sapevi che i codici alfanumerici che identificano la nazione e la provincia sono facoltativi, ma devono comunque essere applicati al Poligrafico? Se scegli di avere una targa che li mostri, devono infatti avere caratteristiche identiche a quelle degli adesivi blu: anticontraffazione e retroriflettenti.
Nel pieno rispetto del decreto Carte e Valori, un dispositivo dedicato applica a caldo il simbolo della Repubblica Italiana: questo passaggio rende di fatto la targa un valore dello Stato.
Il processo successivo è la così detta imbutitura: la creazione di caratteri a rilievo sulla lastra di alluminio. Ogni 2 secondi viene stampata una nuova targa.
Il nastro con le targhe stampate passa dunque in una trincia, che le separa, e in una pressa, che conferisce loro la forma che conosciamo e il bordo in rilievo che le caratterizza.
Lo scarto dell’alluminio viene raccolto per essere riciclato.
La linea di produzione effettua 4 fori sulla targa, per consentire di installarla sul veicolo.
Qui il video completo - https://www.youtube.com/watch?v=JaVE5i26OmA
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